Servaggio


Nell’ultimo breve discorso di Antonio Scurati, in lettere dal nord, lui, Scurati, metteva in risalto un aspetto inerente la nostra realtà storica traendo spunto di riflessione dall’ultima vicenda internazionale che ha visto come protagonista l’ormai ex presidente del fondo monetario internazionale Strauss - Kahn.
L’analisi riguarda il progressivo avvicinamento, durante soprattutto gli ultimi 15 anni, ad un servilismo che si pensava ormai superato, più specificamente ad un servaggio. Condizione in cui le persone sottoposte sono considerate addirittura sub-umane, indegne di avere il minimo riguardo, né più né meno che oggetti da sfruttare per i propri bisogni, anche sessuali.
Anche dalle ultime vicende politiche si evince, oltre alla pochezza della nostra classe politica, l’uso disinvolto, diciamo il ricorso, a mezzi come il comprare favori in cambio di una poltrona, che si espande poi, socialmente, nella considerazione che hanno di noi: siamo una banca di voti; serviamo per legittimare il loro potere che, una volta raggiunto, consente loro di fare qualsiasi cosa, anche di disattendere le promesse elettorali. Che è quello che è successo fino ad ora, soprattutto con questo governo.
Una giovane, durante la manifestazione tenutasi davanti al CNR e ripresa dalla troupe di Annozero,  che diceva che la  politica europea ha fallito perché ha fatto e sta facendo pagare la crisi ai più deboli, ha tradito la sua ingenuità: la politica europea proprio per questo ha avuto successo; è in questo modo, cioè facendo pagare la crisi ai più deboli, che ha perseguito il suo scopo, che altro non è che quello di accrescere le ricchezze della finanza privata, dalle banche alle multinazionali.
Si tenta così il ritorno forzato al servaggio tramite una politica mirata; perpetrata ormai sempre meno subdolamente e che desta sempre più indignazione nelle popolazioni, come testimoniano gli “indignados” spagnoli. Ma, nonostante questo auspicabile senso di ribellione allo strapotere dettato dalla politica economica sconsiderata, questa non demorde dai suoi obbiettivi, lasciando presupporre che ci vorrà ben altro per farla desistere dallo stolto proposito di un ritorno al servaggio.